La fine del girino

Quello dei girini, per una bambina di città, è stato forse il gioco più emozionante di tutti, dopo nascondino e tirarsi le palle di neve. 
Si tratta di questo: quando ero piccola c'erano diverse aree non edificate, una in particolare attirava la nostra attenzione perché selvaggia, senza adulti e adatta al ciclocross, si trattava di un vasto sterrato  in cui si alternavano montagnole di terra argillosa a capienti buche nelle quali, in primavera dopo le pioggie, si formavano micro stagni in cui le rane depositavano uova. 
Fu così che scoprii i girini, da prendere con delicatezza fra le mani e portare a casa - di corsa - per metterli in una bacinella d'acqua e ammirarne la lenta, inesorabile e radicalissima trasformazione.
Il passaggio dalla forma acquatica a quella anfibia mi pareva emblematica, mi coinvolgeva, inteneriva ma soprattutto mi interrogava.
Non sono mai riuscita a vedere la rana formata, pur desiderandolo molto, perché si partiva per il mare prima che la trasformazione fosse completa. Spero che mio padre, che rimaneva in città a lavorare, mentre noi ci trasferivamo in un campeggio della Maremma, non mentisse quando ci diceva che la rana era diventata grande e pronta al trasferimento nello stagno d'origine, libera e vicina alle sue amiche.
Non so perché ma non credevo che si prendesse la briga di tornare allo sterrato con la rana in mano, mi bastava pensare che fosse terminata la sua laboriosa crescita, e basta così.
Ora che ci penso, mi torna in mente che pur amando le vivaci creaturine, ne prendevo tre o quattro a volta, non riuscivo a dare loro un nome, perché quella vita mi appariva sfuggente, asessuata, complicata da definire, eppure interessantissima, anzi interessante proprio per la sua scivolosa indeterminatezza, come un seme che cresce, un embrione a cielo aperto, forse avevo l'animo della naturista e non lo capivo.
Tutto questo mi è tornato alla memoria quando ieri ho visti dei GIRINI in un piccolo giardino acquatico di un parco giochi pubblico del Friuli, dove siamo andati a votare. Eccoli, piccoli ma emozionanti oggi come qualche anno fa


Mi sono chiesta perché nessun bambino notasse i girini. Non sanno quel che si perdono. Forse qualcuno l'ha fatto mentre io non c'ero ...
ps, il campo dei girini divenne presto un elegante palazzo con anonimo giardino privato cosa che mi fece arrabbiare moltissimo. Ma proprio moltissimo. Grrrrrrr

Commenti

  1. I giriniiiii si anch'io mi ricordo che da piccola li adoravo. Andavamo al fiume con il nonno ed ovviamente tornavamo a casa con un secchiello con qualche esemplare dentro. Devo dire che temo di non aver mai visto la trasformazione finale....forse perchè venivano rimessi nel fiume prima...chissà!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma poi cosa gli davamo da mangiare a questi poveri girini? Io mi ricordo che li osservavo per settimane, ma non mi ricordo di aver mai provveduto alle cibarie 😊

      Elimina
  2. Siiiiiii, anche io lo facevo con mio fratello... Mio padre andava a prenderli dove sapeva che c'erano le pozze d'acqua, nelle campagne intorno a casa che conosce a menadito essendoci nato settant'anni fa, quando si giocava per forza fuori... Ne abbiamo allevati a centinaia, e poi liberati nei vari stagni appena mettevano le zampette. Quante cose si perdono i bambini di oggi...

    RispondiElimina
  3. ...io lunedì ero a Trieste...
    ... girini non ne ho visti ...
    ... ma tanta gente a votare si!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E per i miei gusti la maggioranza della gente ha votato pure male. Io lo faccio nei pressi di Udine, ma sono ammirata da Trieste che trovo bellissima e interessante

      Elimina

Posta un commento

Cosa ne pensi? Dillo qui !