slow gardening

Quest'anno sono ad Allau nel periodo giusto per bruciare le ramaglie senza correre il  rischio di incendiare il paese, ma non lo farò, anche se tutto attorno a me suggerirebbe di fare il contrario.

Io non lo farò perché sono stufa di una maggioranza di persone per le quali si, le regole vanno benissimo, ma solo se applicate dal prossimo. Da calendario non si potrebbe ancora bruciare, quindi, se c'è una norma studiata da professionisti del settore, io la seguo anche se nessuno mi controlla e  mi sanziona.

Dunque ne approfitto per osservare le alternative: raccolgo le ramaglie e le erbe secche in più mucchi nel terreno poi mischio tutto con l'umido proveniente dalla cucina per accelerarne la trasformazione. 

Facendo questo mi sono accorta che il giardino si riempiva di enormi farfalle che arrivano numerose per nutrirsi della frutta in decomposizione, di cui sono ghiottissime, ed incantata da ciò - ho sempre temuto che il mucchio di compost potesse attirare solo topi - mi è venuta voglia di continuare su questa strada senza intromettermi in alcun modo.

Certo che un bel fuoco ridurrebbe in cenere mucchi apparentemente antiestetici senza fare fatica, ma io questa volta punto ad ottenere un buon humus, punto ad attirare e tenermi le farfalle, le api e perché no, anche le vespe, punto ad andare lenta, ad usare i resti secchi del giardino come risorsa per pacciamare laddove mi serve, tenendo libere dalle erbe vagabonde punti strategici, come i piedi di qualche albero che ne ha bisogno.

Non escludo di dover bruciare qualcosa in futuro ma, per ora, sento, con soddisfazione, di preferire questa strada all'altra.